Ottimo anche il risultato raggiunto dalla combinazione delle due molecole immuno-oncologiche, nivolumab e ipilimumab
La combinazione di immunoterapia e chemioterapia e la duplice immunoterapia possono cambiare la vita nel trattamento in prima linea dei pazienti con tumore dell'esofago in fase avanzata. Lo mette in evidenza lo studio CheckMate-648, presentato al Congresso dell'Asco, la Società americana di oncologia clinica. Sono stati coinvolti 970 pazienti colpiti da questa tipologia di cancro, nella sua forma a cellule squamose avanzato o metastatico e mai trattati in precedenza. "Nei primi, la combinazione di nivolumab più chemioterapia - spiega Stefano Cascinu, primario dell'unità di Medicina oncologica Irccs Ospedale San Raffaele di Milano parlando della molecola il cui uso per questa forma tumorale non è ancora stato approvato dall'Aifa - ha mostrato un vantaggio davvero impressionante in termini di sopravvivenza globale mediana nel confronto con la sola chemioterapia, pari a 15,4 mesi rispetto a 9,1 mesi.
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